Qualche tempo fa siamo stati contattati da un nostro lettore che ci ha raccontato che hanno servito alla sorella celiachia un cornetto “senza zucchero” invece che “senza glutine” e si domandava se potesse agire per via giudiziale.
Innanzitutto è un po’ avvilente che nel 2018 ancora si possa far confusione tra “senza zucchero” e “senza glutine” e che in alcuni ristoranti ci sia ancora una tale disinformazione; questo ci fa sempre più pensare che gli sforzi per il riconoscimento della celiachia per quella che realmente è, cioè una vera malattia, con la dieta aglutinata come unica terapia, e non come sfizio, devono continuare ed è quello che proviamo a fare nel nostro piccolo con questo blog.
Il caso come quello della sorella del nostro lettore ha almeno un precedente noto, del 2013: quello del ristoratore che ha dovuto pagare i danni ad una famiglia dopo aver servito ad una bambina celiaca un piatto di pasta normale invece che senza glutine. Al momento della prenotazione si era concordato con il gestore un menu gluten free ma poi gli addetti della sala hanno servito invece pasta glutinata e la bambina è stata male.
Con sentenza 406/13 del Giudice di Pace di Mestre (provincia di Venezia) il ristoratore è stato condannato a pagare 2000 euro di risarcimento per danno contrattuale (cioè per la violazione di un dovere specifico derivante da un’obbligazione), ed extracontrattuale (cioè per inadempimento del generico neminem laedere, non ledere la sfera giuridica altrui; in questo caso per violazione del diritto alla salute sancito dalla Costituzione). Inoltre il ristoratore è stato tenuto a sostenere le spese di giudizio.
Cosa fare quindi?
Nel caso in cui succeda è importante conservare la documentazione medica e contattare un avvocato che saprà quali azioni intraprendere; nel nostro piccolo, come cittadini, possiamo segnalare il fatto all’Associazione Italiana Celiachia.
Questo è possibile solo se il locale è appartenente al network AFC (Alimentazione Fuori Casa) mentre per gli esercizi che non appartengono a tale circuito l’AiC può contattare il locale per dare indicazioni e suggerimenti ma non ha voce in capitolo.
In caso di segnalazione negativa il tutor della struttura effettuerà una verifica del locale e richiederà al titolare l’applicazione delle norme per correggere l’errore; in caso di problemi gravi, non risolvibili, il locale può essere sospeso o eliminato dal network.
L’AiC agisce solo sul mancato rispetto delle regole che riguardano l’alimentazione gluten free, non per altro, quali ad esempio igiene, educazione del personale, costi.
Come inoltrare una segnalazione all’AiC?
La comunicazione può essere inviata alla segreteria regionale (qui il link agli indirizzi) e a quella nazionale (ristorazione@celiachia.it o via fax al numero 0883.1950213) con oggetto “segnalazione – inosservanza” indicando nome e cognome (non vengono considerate segnalazioni anonime), nome del locale e luogo e data dell’evento.
Se si invita una persona celiaca a casa per una cena e si ribadisce che il
Menù non è gluten free, chi ha invitato incorre in responsabilità giudiziaria del l’invitato si sente male?
Gentile Paola,
grazie per il suo contributo. Purtroppo non possiamo aiutarla, non siamo giuristi, e non abbiamo trovato in rete niente che potesse rispondere alla sua domanda. Questo è quello che abbiamo trovato: “Sei tu, infatti, il responsabile unico di quello che succede a casa tua, a meno che l’ospite o l’artigiano non commettano un’imprudenza del cui pericolo avevi avvertito in precedenza (“non uscire su quel balcone che la ringhiera non è sicura”) oppure abbiano un comportamento pericoloso, come sporgersi troppo dalla ringhiera anche se era sicura o mettersi a fare i giocolieri con i coltelli”
(https://www.laleggepertutti.it/246231_incidente-domestico-risarcimento-danni)
Per chiarire ogni dubbio, le consigliamo di rivolgersi ad un legale.